10 Mar La nostra intervista su GiornaleRadio.fm – Next Economy
Il 9 Marzo la nostra Sara Ferreri è stata ospite della rubrica radiofonica @Next Economy condotta dalla giornalista Manuela Donghi, su Giornale Radio FM. Tale rubrica ha lo scopo di analizzare e fare il punto quotidiano sull’economia italiana ed estera a 360°. Leggi il testo dell’intervista:
M. Donghi: Parliamo di economia reale, economia di tutti i giorni – o come la chiamo spesso io di street economy. Parliamo ora di economia circolare. Ci sono tanti termini che ruotano intorno al mondo della finanza e dell’Economia. Cerchiamo di indagare sempre di più il loro significato e anche di tradurre poi il loro significato nella concretezza, nella pratica. La transizione energetica e l’economia circolare sono spesso considerate in modo distinto. In realtà sono legate tra loro ed entrambe sono decisive per rendere sostenibile l’impatto delle attività economiche. Rappresentano, insomma, due vie parallele per condurre l’Italia ad una prospettiva di sviluppo positivo e duraturo. Quindi parliamo dell’impatto benefico e della necessità di un modello circolare, proprio nel percorso di transizione energetica, per l’azione di contrasto della crisi climatica. Peraltro, c’è anche una bella notizia. Sono andata a recuperare il rapporto 2022 del festival circonomia sull’economia circolare: in Italia e in Europa, il nostro paese è leader nell’Unione Europea per circolarità ed efficienza d’uso delle risorse. In particolare, nel 2021 l’Italia ha avviato a riciclo quasi l’80% di tutti i rifiuti prodotti – sia urbani che speciali – contro il 56% della Francia, il 43% della Germania, e il 39% della Spagna. Quindi l’Italia sarebbe prima tra i 27 paesi dell’Unione nell’indice di economia circolare. Questo è costruito su 17 diversi indicatori. Ogni tanto abbiamo anche delle notizie che ci fanno drizzare la testa, che ci fanno dire che siamo bravi e dovremmo continuare in questo modo. Parliamo di questo con Sara Ferreri – direzione commerciale Sapi – un’azienda italiana che dal 1993 rigenera cartucce toner per la stampa laser e stampanti e copiatrici digitali. Adesso capiamo anche in che modo. Buongiorno Ferreri, grazie per essere con noi.
Come sanno i nostri amici di Next Economy spesso abbiamo voglia, abbiamo bisogno di avere delle voci che ci raccontano delle esperienze e soprattutto che possano essere di esempio. In questo caso parliamo di un modello italiano di economia circolare nel settore della stampa digitale, come detto poco fa. Ci racconti un po’ qual è il vostro processo.
S. Ferreri: Buongiorno, noi da trent’anni ci occupiamo di economia circolare – quindi ancora quando non se ne parlava – proprio in ambito della stampa, come diceva prima. Sapi nasce dall’idea di fornire un modello alternativo di consumo più responsabile nei confronti dell’ambiente e del territorio. Siamo un’azienda familiare, oggi occupiamo circa 65 persone, siamo sul territorio dell’Alto Milanese e abbiamo tre impianti produttivi tutti qui a San Vittore Olona. La nostra idea è proprio quella di favorire un prodotto di qualità, che sia paragonabile al prodotto originale, con ovviamente delle valenze di sostenibilità e ambientali, fatto in Italia. Il nostro Gruppo di aziende è formato da tre realtà: una è Sapi, l’azienda di produzione che fa proprio quello che vi raccontavo prima; Sapi Service che invece offre, sotto forma di servizi, i prodotti provenienti dall’economia circolare fatti da Sapi; e Bepro Italia che invece acquista e rivende prodotti originali online.
M. Donghi: Ecco, una cosa mi ha colpito Ferreri, quando Lei ha detto “noi ci occupiamo di economia circolare e ce ne siamo occupati fin da quando non se ne parlava” o comunque se ne parlava poco. Anche oggi, a mio parere, se ne parla un po’ un pochino, non so se Lei è del mio stesso avviso. Quali sono state le difficoltà di cominciare, ce lo può raccontare? Visto che dobbiamo tutti andare verso atteggiamenti virtuosi e spesso non possiamo nascondere anche eventuali difficoltà che troviamo sul percorso.
S. Ferreri: Sicuramente la normativa dei rifiuti è molto complessa e in Italia è ancora più complessa che nel resto dell’Europa. Quindi, chiaramente, questo non ha mai aiutato, anzi, e purtroppo non va nemmeno a favorire un ciclo vero e proprio di economia circolare. Comunque, oggi il trasporto dei rifiuti delle cartucce – che vengono considerate rifiuti speciali non pericolosi – deve essere fatto attraverso mezzi autorizzati, deve poi arrivare a impianti di stoccaggio e selezione che fanno questa prima rielaborazione. Quindi ha un ciclo che è costoso. Mentre invece, essendo comunque un prodotto che può essere destinato al riuso, sarebbe molto meglio – per favorire anche un tema di economia ma anche diminuzione poi dei trasporti, che impattano in maniera significativa sull’ambiente – inviare direttamente a chi fa questo tipo di lavoro di riuso e avviarlo direttamente all’economia circolare. Perché non è neanche più un rifiuto in realtà.
M. Donghi: Infatti le stavo proprio chiedendo questo. Insomma, immagino che di difficoltà ovviamente ce ne sono sempre però i vantaggi credo che superino poi quelle che sono o sono state le difficoltà. Quali sono i vantaggi di un prodotto rigenerato sia per l’ambiente che per l’economia? Lei stava già insomma procedendo in questa direzione, se vuole aggiungere qualcosa perché questo è un punto fondamentale.
S. Ferreri: Sì, assolutamente. Il prodotto rigenerato rispetto a un prodotto di nuova costruzione – vi parlo di prodotti originali, anche perché noi cerchiamo comunque sempre di confrontarci in termini economici e qualitativi con un prodotto di tipo originale non compatibile – ha diversi studi di LCA (Life Cycle Assessment) che vanno proprio a verificare l’impatto di ciascun prodotto dalla nascita alla morte e a confrontarli tra di loro. Abbiamo diversi studi a confronto tra un prodotto di nuova costruzione e un prodotto rigenerato – sia su cartucce che su hardware – e il beneficio è tra l’80 e l’85% in termini di impatto ambientale, quindi qualcosa dì veramente importante e significativo.
M. Donghi: Per altro ha sentito leggevo un rapporto 2022 del festival circonomia sull’economia circolare in Italia e in Europa e comunque pare che l’Italia si posizioni bene insomma, che tutto sommato siamo bravi sotto questo aspetto.
S. Ferreri: Ho sentito. Purtroppo non tanto nel nostro settore, devo dire la verità, nel senso che comunque il settore è composto per un 80% circa di prodotto originale; per un 18% circa di prodotto compatibile – quindi diciamo che il 98% del mercato è composto da prodotti di nuova costruzione – e solo il 2% nasce da riuso. Quindi solo il 2%, nasce dall’economia circolare. Per cui direi che su questo siamo scarsini sia in Italia che in Europa.
M. Donghi: Si, direi di sì, forse perché, quando si pensa alla cartuccia, la si prende, la si usa e la si butta; non si pensa che possa davvero avere un impatto ambientale importante.
S. Ferreri: Sono d’accordissimo, non si pensa più di tanto, non si pensa a quali possono essere i vantaggi. I vantaggi sono tanti sia in termini ambientali che lavorativi. Andare ad alimentare una filiera a livello italiano e favorire il prodotto che nasce dall’economia circolare fa anche sì che si possano creare tanti posti di lavoro in Italia nell’ambito della produzione.
M. Donghi: Ecco questo è fondamentale. Poi in questi giorni c’è tutto questo dibattito sul fatto che in Italia ci sia o meno lavoro. C’è lavoro ma siamo noi che non lo accettiamo o non c’è effettivamente lavoro e quindi noi lo cerchiamo ma siamo costretti ad accontentarci? Lei cosa ne pensa visto che tra i vantaggi di atteggiamenti virtuosi c’è anche il fatto che si possa aiutare, si possa dare vigore proprio al mercato del lavoro?
S. Ferreri: Proprio questo settore, ma in generale l’economia circolare, è una bellissima opportunità – sfidante direi – per tutti noi, per riportare tante professioni che si sono perse, anche proprio quella del riparatore, che è molto affine poi al nostro settore, e riportare in Italia, in Europa, un po’ tutte le professioni che abbiamo perso. Perché il riuso, la riparazione – ce lo dice anche la stessa comunità Europea – sono due parti molto importanti che ci permettono di consumare più o meno allo stesso modo ma di impattare molto meno. E di creare tanti nuovi posti di lavoro.
M. Donghi:Ecco, pensiamoci, perché è tutto assolutamente collegato. Vorrei insistere ancora su un punto in particolare che credo sia centrale: tutelare l’ambiente per tutelare le persone, perché, insomma, noi facciamo parte dell’ambiente in cui viviamo, anche se spesso ce ne dimentichiamo. Voi come intendete procedere?
S. Ferreri: Come dicevo prima il nostro core business è chiaramente fare economia circolare, quindi siamo sostenibili per definizione. Però cerchiamo comunque di guardare a tutte quelle aree anche al nostro interno che ci possono migliorare. Quindi ogni anno facciamo un piano proprio di miglioramento sia per quanto riguarda la sostenibilità ambientale – ci siamo dotati e compriamo praticamente tutto il nostro fabbisogno con pannelli solari; abbiamo messo colonnine per ricaricare le auto aziendali; cambiato anche una serie di macchinari per impattare meno e così via – che per quanto riguarda tutta la parte sociale. Quindi, come dicevamo prima, il lavoro in Italia si può creare, se ne può creare tanto. Sicuramente per Sapi il capitale umano è veramente uno dei punti di forza; quindi, cerchiamo di investirci il più possibile. Adesso stiamo per partire con una serie di corsi di formazione proprio per i nostri dipendenti perché la formazione continua è molto importante e stiamo anche facendo nuove assunzioni e trasformando diversi contratti a tempo indeterminato, perché è importante dare stabilità alle persone.
M. Donghi: Parole sante, un po’ di ossigeno per le nostre orecchie perché insomma non tutti la vedono proprio così, anzi. Io in modo anche un po’ pessimistico dico che quando si parla di lavoro giochiamo tutti un po’ al ribasso, con le dovute eccezioni, e oggi ne abbiamo una. In conclusione, visto che facciamo sempre anche un po’ il punto sul settore di riferimento di cui parliamo, com’è il mercato delle stampanti in Italia? Ci vuole dare qualche numero?
S. Ferreri: Si stima che in Italia vengano venduti ogni anno circa due milioni di pezzi tra stampanti laser e inkjet. Queste – più quelle già in campo – generano comunque un fabbisogno di circa 30 milioni di pezzi di cartucce inkjet e 11 milioni per la stampa laser. Quindi sono dei numeri molto grossi, tanto che generano anche un quantitativo di rifiuti non indifferente: è circa nove volte quello dei telefoni cellulari, per cui hanno un impatto veramente fortissimo e un potenziale pazzesco. Si può andare a riutilizzare non dico il 100%, ma veramente una percentuale molto elevata. Per questo la Commissione Europea sta lavorando in maniera spedita su questo tavolo per mettere giù un regolamento che cambi completamente il settore. Proprio perché questo potenziale, questa dimensione è molto molto forte.
M. Donghi: Potenziale che, insomma, se no rischierebbe di rimanere inespresso e non possiamo permettercelo soprattutto in questi momenti. Grazie a Sara Ferreri, direzione commerciale di Sapi per essere stata con noi per aver parlato con noi di economia circolare.
Puoi Ascoltare l’intervista del 9-03-23 direttamente nella pagina dedicata sul sito di GiornaleRadio.fm.
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